Se questo è un uomo di Primo Levi, il riassunto

Se questo è un uomo Primo Levi

Se questo è un uomo di Primo Levi raccoglie le memorie dell’autore sopravvissuto alla detenzione nel campo di concetramento Monowitz durante la Seconda Guerra Mondiale. In questo articolo ti proponiamo il riassunto di Se questo è un uomo di Primo Levi.  

Primo Levi racconta la sua prigionia Monowitz, un campo di lavoro filiale di Auschwitz iniziata con l’arresto come partigiano nell’Italia fascista. Dopo essere stato internato in un campo di detenzione, Levi viene spedito in un viaggio di cinque giorni su un carro di trasporto ad Auschwitz Birkenau, dove arriva nel febbraio del 1944. 

All’interno del campo Levi è costretto ad una vita di degrado e al suo ingresso, gli viene tatuato il suo numero di riconoscimento sull’avambraccio. Levi si rende conto che deve imparare le leggi della realtà incomprensibile in cui ora vive, numerose norme e regolamenti brutali per un essere vivente.  

I detenuti devono affrontare umiliazioni quotidiane e sopravvivere con piccolissime porzioni di cibo tanto che dopo una quindicina di giorni nel campo, Levi inizia ad essere ossessionato dal pensiero del cibo tanto da non riconoscersi. 

Durante uno scarico dai treni del Kommando, Levi si infortuna e viene inviato in infermeria. Qui comprende la realtà del campo: quelli ritenuti inadatti al lavoro vengono uccisi da gas velenosi e i loro corpi smaltiti nei forni crematori. 

Nonostante soffra la fame perpetua, la stanchezza e il freddo, Levi trova qualche motivo per sperare: il suo amico Alberto, che ha mantenuto la sua integrità, i momenti inattesi di umanità e l’arrivo della primavera. 

Anche se illegale, i detenuti barattano cose di poco valore per le razioni extra. Levi divide i detenuti in due categorie: gli Affondati e i Salvati. I Salvati sono quelli in grado di trovare posizioni di autorità rispetto agli altri detenuti, gli Affondati sono quelli indeboliti dalla fame e dalla stanchezza. 

Levi prova ad entrare a far parte del Kommando di chimica, una squadra di lavoro privilegiato per la quale egli deve sostenere un esame di chimica. Nel mese di agosto, le notizie dell’avanzata alleata raggiungono i detenuti ma Levi inizia a diventare sempre più apatico. 

Levi incontra Lorenzo, un operaio civile italiano che mostra una straordinaria gentilezza. Nonostante i rischi connessi – aiutando i detenuti si rischia la reclusione – Lorenzo dà a Levi una razione giornaliera di cibo e gli permette di contattare la sua famiglia in Italia dimostrandogli che la bontà può prevalere. 

Il settanta per cento dei prigionieri morirà durante i mesi invernali, in particolar modo nel mese di Ottobre si vive all’interno del campo un momento di disperazione: vengono selezionati i detenuti sani e quelli malati. Levi viene scelto per lavorare nel laboratorio di IG Farben Buna Werke, quindi starà al caldo per tutto l’inverno e non soffrirà né freddo né fame. 

A dicembre un gran numero di prigionieri provenienti dall’Europa dell’Est viene trasferito ad Auschwitz, portando una serie di malattie all’interno del campo. Levi e Alberto si sono adattati alla vita del campo e sono abili a manipolare il sistema.  

La pubblica impiccagione di un detenuto, implicato nella demolizione di uno dei forni crematori, costringe Levi a confrontarsi con la natura della sua esistenza. A differenza del condannato, che ha dimostrato la forza attraverso la sfida, Levi si sente a pezzi e pieno di vergogna. 

Nel mese di gennaio, Levi si ammala di scarlattina e viene messo in quarantena. Egli non viene incluso nella evacuazione principale del campo. Intanto i tedeschi si ritirano e inizia l’avanzata dei russi. La sua malattia gli risparmia il destino della maggioranza dei ventimila evacuati dal campo; la maggior parte dei prigionieri, tra cui il suo compagno Alberto, periscono in marcia. 

Dopo essere sopravvissuto agli ultimi dieci giorni nel campo abbandonato, Levi viene liberato dall’esercito sovietico nel gennaio 1945.

Pubblicato lunedì 29/12/2014

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